SAPEVI CHE L’ITALIA E’ STATA UN PARADISO FISCALE? Un’Italia senza tasse?… Sì! Senza tasse e paradiso fiscale, e con una moneta che è stato premiata come la migliore del Mondo: nel 1959!
Nessuno te lo aveva mai raccontato? Allora mettiti comodo che te lo dobbiamo raccontare qui. In piccole dosi. Con questo e con altri articoli che troverai qui… scaricaretuttotutti.it
Partiamo dall’inizio. Quando hai saputo che nel 1959 l’Italia e’ diventata la 5a Economia del Mondo? Forse a scuola nessuno te lo aveva mai insegnato…
Quello che sai è che la Guerra aveva distrutto l’Italia. Nel 1959 la guerra era finita soltanto da 15 anni. Dopo una Dittatura e (nell’ordine) una Guerra, e una Guerra Civile, e una Guerra di Liberazione, con 2 eserciti tra i piu’ potenti del mondo che si sono scontrati sulle nostre terre e hanno sventrato l’Italia nei modi peggiori (gli eserciti USA e tedesco, lo sai, si muovevano con i bombardamenti a tappeto e bombardavano infrastrutture e fabbriche).
E le famiglie? Divise e distrutte nelle lotte tra fascisti e partigiani, con morti in ogni parte di quel Paese. Eppure dopo appena 12 anni dalla nascita della Repubblica l’Italia e’ diventata la 5a Economia del Mondo. Come è stato possibile?
Utilizzando una nota formula fiscale che oggi è consegnata solo ai piu’ potenti del Mondo… Sai infatti cos’hanno in comune Mark Zuckenberg, Jeff Bezos e Bill Gates?
A loro piace la tassazione sul netto!
Perchè? Con la tassazione sul netto sono diventati tra le persone piu’ ricche del pianeta.
Se invece a loro lo Stato gli avesse preso subito ogni risorsa con la tassazione sul lordo come fa con noi? Se lo Stato li avesse tassati come fa lo Stato italiano con tutte le piccole attività e con tutti i lavoratori? Secondo te cosa sarebbe successo?…
Il loro sogno, stai sicuro, non si sarebbe mai realizzato.
Certo, da noi ci sarebbe stato anche qualcuno che avrebbe festeggiato se Mark, Jeff e Bill fossero stati ammazzati dalle tasse: “Ci fanno concorrenza sleale! Vanno combattuti!” Da noi ci sarebbe chi vede solo il male, invece di vedere che loro ci hanno aperto una strada (con la dimostrazione di milioni di persone che risparmiano con Amazon e utilizzano le loro invenzioni conquistando il Mondo): Mark, Jeff e Bill sfruttano la tassazione sul netto!
Sì, lo sappiamo: loro sfruttano anche altro, fanno anche altre cose non buone. Ma qui loro usano e ti fanno vedere una cosa che interessa a te e a tutti noi! La tassazione sul netto…
Quindi? Puoi pensare adesso per un momento al nostro Paese?… Hai mai pensato a come avrebbero potuto vivere aziende come Facebook, Amazon o Microsoft con la tassazione sul lordo che hai tu? Sarebbero mai cresciute? No, mai. Non avrebbero mai raggiunto i loro obiettivi.
Ed è esattamente quello che accade in Italia ad ogni piccola attività, ad ogni lavoratore (o disoccupato) di questo Paese.
Vedi come sorridono Mark, Zeff e Bill? Hanno la tassazione sul netto. Loro! La tassazione che vorremmo avere anche noi. Noi: con le nostre piccole attività. Noi, come persone, vogliamo scrivere tutti i ricavi …e scrivere tutte le spese!
La tassazione sul netto? Sì… E’ quella tassazione che, con formule diverse, hanno tante nazioni nel mondo.
Sai quanti sono i “paradisi fiscali”? Alcuni siti catalogano quasi 50 nazioni del Mondo nei paradisi fiscali (1 nazione ogni 4 delle circa 200 nazioni che popolano il Mondo!?). Se quelle 50 nazioni sono i “paradisi”… Tu la tua Italia dove la metti? “Nell’inferno fiscale!” diremmo noi.
E allora perché non cambiare?
Sai cosa caratterizza l’inferno fiscale? La tassazione sul lordo. E’ la tassazione quando lo Stato prende tutto prima di te e tu torni a casa con metà dei tuoi soldi. Appunto! Capito adesso cosa vuol dire diventare un “Paradiso fiscale”? Vuol dire… “tassazione sul netto”:
Scrivere tutti i ricavi …e scrivere tutte le spese!
E se la tassazione sul netto piace così tanto a Mark, Jeff ed a Bill… Se Facebook, Amazon e Microsoft vendono in tutto il Mondo, perché non farla anche in Italia?
Se a loro funziona così bene, in tutto il Mondo, per tutte le loro attività, perché non adottare quella formula anche per il nostro piccolo Paese?
L’Italia Paradiso Fiscale?…
Anche a Roma ne saranno contenti!
L’Italia potrebbe attirare capitali dall’estero, come fa l’Olanda.
L’Italia potrebbe non ammazzare i cittadini con le tasse, come fa Singapore.
L’Italia potrebbe fare come fanno già, nella UE!, altri paesi come l’Irlanda, l’Isola di Man, Malta e il Lussemburgo…
Ok, adesso sappiamo a cosa tu stai pensando: “Come possiamo farlo noi? Il Debito! Abbiamo un enorme Debito pubblico! Come possiamo ridurre le tasse se abbiamo un enorme Debito Pubblico?”…
Hai notato dov’è la falla di quel pensiero? Coloro che ti fermano – con la loro Storia che il Debito pubblico è enorme – sono gli stessi che hanno fatto quel Debito. Loro lo fanno ancora. Loro lo aumentano! Loro alimentano quel circuito in cui ti tengono prigioniero.
Quindi? Come venirne fuori?
Occorre che smettiamo di ascoltare “loro“… : per il nostro bene, per il bene delle nostre attività. Occorre che cominciamo a pensare:
“Come hanno fatto Jeff, Mark e Bill?”
Per capire come hanno fatto altri Paesi adesso occorre che si capiscano 2 cose (da cui i nostri economisti si sono tenuti lontani, ancor piu lontani i nostri politici che ne sanno ancora meno):
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come funziona il meccanismo del Debito;
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come funziona il meccanismo della tassazione.
Debito? Tassazione? Troppe cose da capire in un solo articolo del nostro Blog? Ok, andiamo per ordine. Qui ti diamo gli spunti, qui te la facciamo semplice… E tu, poi, potrai fare tutti i tuoi approfondimenti (magari leggendo i libri che ti proponiamo, cominciando da “Il Mito del Deficit”, dove è spiegato molto bene questo tema: lo vorrai comprare?).
Prima di tutto occorre che tu abbia un’informazione che a molti manca: da dove nasce il Debito? E poi – dopo che avremo chiarito da dove viene il Debito – potremo passare a dare a tutti la risposta vera “Come possiamo fare dell’Italia un Paradiso fiscale” (ovvero un luogo dove la tassazione è sul netto = Scaricare Tutto Tutti).
Partiamo dal primo dato:
1) “DOVE NASCE IL DEBITO?”
Osserviamo 2 nazioni al Mondo che hanno un Debito enorme: una è l’Italia con un rapporto Debito/PIL – 159% (-meno 159%!). L’altra nazione è il Giappone, con un rapporto Debito/PIL al – 257% [fonte: Infodata – ilSole24ore, 2022-02-17 La-classifica-dei-paesi-piu-indebitati-nel-2021].
Il Giappone ha un rapporto Debito/PIL quasi il 100% in piu’ rispetto all’Italia. In valori assoluti? E’ pure peggio: i 125milioni di giapponesi (2 volte gli abitanti dell’Italia che ne ha 60 milioni) hanno un Debito che è 3 volte quello dell’Italia: 7.300 miliardi!
E perché i Giapponesi, che hanno un Debito 3 volte quello dell’Italia – del 100% superiore a quello dell’Italia! – si preoccupano meno dell’Italia di quel loro Debito? Per una ragione semplice: il Debito del Giappone è sostanzialmente con sé stesso.
La Bank of Japan [BoJ] stampa Yen e acquista titoli di Stato. Quindi, per semplificare, quando vedi quel – 257% in realtà puoi ben vedere la Banca che mette quei soldi in mano ai giapponesi ed alle attività economiche del Giappone per un valore pari al + 257% (piu’ 257%!).
Perchè la BoJ scrive -meno? E’ per ricordare quanti Yen ha dato! La BoJ giustamente in bilancio scrive -257% (Dalla sua parte è -meno…; ma è un bel +piu’ in mano ai cittadini!).
In tal modo il Giappone, se vuole, non ha bisogno di impiccar di tasse i suoi cittadini. Il Giappone, se vuole, puo’ benissimo emettere altra moneta. Ed è quello che fa.
Lo spiega bene il prof. Richard A. Werner in questa intervista del 2018 .
L’Italia invece? Dal 1981 ha cominciato a vendere il suo Debito all’estero. E’ da quel momento che per l’italia è diventato piu’ difficile rientrare dal Debito (quasi impossibile dicono “loro”!): lo Stato italiano dal 1981 ha cominciato a consegnare ad altri l’emissione di moneta ed il potere di acquistare il proprio Debito.
In pratica l’Italia dal 1981 ha cominciato a dare ad altri la possibilità di gestire quel -meno scritto nel Bilancio (e nel rapporto Debito/PIL) dell’Italia. Un’operazione che è diventata “di sistema” con la consegna alla BCE [Banca Comune Europea] del potere di stampare €uro e acquistare titoli di Stato.
Detto questo: Perché non tornare a fare come fa il Giappone? L’Italia lo puo’ fare? Sì, lo puo’ fare, come hai visto e ce lo spiega bene nel video qui sopra il prof. R. A. Werner. Ed ancora in altri articoli approfondiremo come lo possiamo fare…
Con quale obiettivo farlo?
La tassazione sul netto!
Per fare dell’Italia un Paradiso Fiscale stabile. Ma noi possiamo fare, anzi rifare, dell’Italia un Paradiso Fiscale? Anche subito. Sì! Ecco la seconda parte del nostro articolo:
2) PARADISI FISCALI? SI’ GRAZIE!
Cosa sono i paradisi fiscali? Sostanzialmente sono Paesi o territori dove il Governo locale chiede ai propri cittadini meno o molte meno tasse di altri per far funzionare la macchina statale. Vuoi degli esempi?
La Svizzera con un prelievo fiscale al 33% del PIL riesce ad offrire ai propri cittadini servizi assai migliori dell’Italia dove le tasse sono al 44% del PIL.
Altro esempio? Le Canarie. Sono considerate paradiso fiscale come territorio interno alla Spagna: sono la dimostrazione che puo’ essere fatto un “paradiso fiscale” anche all’interno di uno Stato. Come potrebbe essere per la Sardegna. Come lo sono già l’Isola di Man o Gibilterra per la Gran Bretagna. Magari per consentire a quel territorio di recuperare svantaggi che costerebbero molto di piu’ (e sarebbero fonte di corruzione) se richiedessero l’intervento diretto dello Stato.
Un esempio vicino a noi? L’Italia del 1948, anno di entrata in vigore della Costituzione e della Ricostruzione del dopo Guerra: quando lo Stato italiano tutto faceva meno che ammazzare di tasse i cittadini. Nel giro di 10 anni l’Italia con la sua moneta vinse l’Oscar della miglior moneta del Mondo:
Una crescità che prosegui’ fino a tutti gli anni ’70! [Prima che i delinquenti cominciassero a tassare a morte le persone e le piccole attività]. Crescita che ha portato l’Italia ad essere riconosciuta, negli anni 90, la 4a potenza del Mondo!
La pratica di ammazzare di tasse gli italiani quando inizio’? E quei delinquenti dei politici quando hanno imparato a farla? Dagli anni 80 in poi… Prima di allora invece? Questo Paese, tutti te lo possono raccontare: ha vissuto davvero “l’Età dell’Oro“. La base di quella età dell’Oro? Era tutta nella tassazione… e nel sistema del Credito! [Come ti ha spiegato il prof. Werner nel video precedente! Una storia che ti racconteremo meglio in un altro articolo.]
E’ vero che i paradisi fiscali sono luoghi di riciclaggio di denaro sporco? Verissimo. Così come lo sono i Paesi non-paradisi fiscali, ad esempio l’Italia. O la Germania [2022-08-27: mentre l’Italia è solo al 41° posto, la Germania per il riciclaggio è al 14° posto nel mondo: https://www.italiaoggi.it/news/troppo-contante-germania-eden-del-riciclaggio-2574602].
Se non ci fossero i paradisi fiscali pagheremmo meno tasse? La teoria che va per la maggiore è questa. I fatti dicono altro. Mano a mano che i cosiddetti paradisi fiscali si sono adeguati alle indicazioni internazionali (specie dell’OCSE), il livello di tassazione globale è aumentato. La ragione? E’ semplice: finchè c’è una “via di fuga” da un paese per redditi e capitali, la voracità dei politici si dovrà limitare: pena la fuga di contribuenti e soldi. Mancando questa minaccia? La voglia di tassare e spendere dei politici ha sempre meno freni. Con danni per tutti i contribuenti. Con danni per quei Paesi.
Contribuenti? Prima di tutto cittadini. Cittadini di un Paese che – sotto la spinta della pressione fiscale, per evitare la voracità dei politici – sono portati a cercare altrove i luoghi migliori dove vivere. Oppure vengono spinti a trovare soluzioni di ogni genere per uscire fuori dall’economia reale, l’economia della vita delle persone.
Cercare paradisi fiscali nella finanza o nella moneta elettronica, piuttosto che investire nel proprio Paese, è un effetto della tassazione: i ricchi lo sanno. Mark, Jeff e Bill lo sanno. Adesso lo sanno anche i poveri Marco, Giuseppe e Guglielmo.
Il paradiso fiscale invece cosa porta? Porta naturalmente a voler restare. Voler restare ed investire nel proprio meraviglioso Paese. Il paradiso fiscale è il luogo perfetto per l’investimento e l’intervento diretto e trasparente dei cittadini e delle attività economiche. Il paradiso fiscale? Sì! Com’era l’Italia nel 1948.
La ricostruzione fu fatta con i soldi degli Americani: te la raccontano così? Fatti raccontare invece com’è che siamo emersi noi, perdenti da una guerra, con un paese distrutto, per quali ragioni fu proprio la nostra moneta – e non quella di altri Paesi pure aiutati dagli americani – ad essere premiata per la sua crescita nel giro di soli 10 anni come la migliore del Mondo!… [ne parleremo in un altro articolo: https://canalesovranista.altervista.org/lira-oscar-delle-monete-financial-times/].
Perchè i paradisi fiscali sono additati al pubblico ludibrio?
Perchè se una persona fa meglio di altri quattro (1 nazione su 4 è nei paradisi fiscali!) sarà invidiato, e quindi odiato. Questo vale per le persone? Ma vale anche per le aziende o per i governi. E vale tra i bambini di una classe come alle Nazioni Unite.
Chiediamo noi: ma perchè invece di chiedere ad altri di far diventare noi come il loro Stato (cioè elefantiaco, costoso ed inefficiente come la UE), perché non proviamo a diventare noi come loro: un paradiso fiscale? Conosci il Lussemburgo e Olanda. Loro sono già nella UE e marciano già per la loro strada. Noi possiamo farlo? Con la nostra Costituzione! [art.11 – L’Italia consente le limitazioni di sovranità… “in condizioni di parità“].
C’è chi dice che servirebbe una cultura del lavoro, lavoro vero: come fece l’Italia nel ’48. Che è cosa ben diversa dall’essere un parassita alla greppia di qualche ministero, regione, comune o altro [sì, leggi pure: BCE o Commissione Europea e sottocommissioni – l’intervista al prof. Werner spiega bene come funzionano quegli enti: “Grandi Enti per Grandi affari”].
Nel libro “Il mito del Deficit” Stephanie Kelton, docente ed economista della State University di New York, spiega bene come la questione del Debito sia un problema mal posto [“Potremmo ripagarlo domani stesso“, pag. 155].
E la cultura del lavoro? Viene poi da sé, naturalmente, nel Paradiso fiscale. Il paradiso fiscale è l’unico luogo dove lavori e tu puoi vederne i frutti. E puoi vedere quei frutti molto rapidamente: chiedi a Mark, a Jeff e Bill. Marco, Giuseppe e Guglielmo, diremmo noi. Da qui dobbiamo ripartire: “Italia paradiso fiscale!
Il nostro meraviglioso Paese”… A te non sembra una buona idea?
Un’ultima cosa: Perchè abbiamo scritto questo articolo?
Einstein diceva: “non si può uscire da una crisi con la stessa mentalità che l’ha generata“.
Iniziare a valutare punti di vista diversi, potrebbe essere un buon inizio. Magari associando Scaricare Tutto Tutti [“la tassazione sul netto“] al Paradiso fiscale: ti piace?
Ringraziamenti: Un ringraziamento particolare a Fabio Cintolesi che ci ha fornito parte del testo della seconda parte. A Giovanni Pattelli che ci ha segnalato il libro “Il mito del Deficit” di Stephanie Kelton. A Laura Canali cartografa ed a Limes per il loro articolo sui paradisi fiscali. In ringraziamento a Mark “Marco” Zuckenberg che nel film “The Social Network” racconta come la prima importante decisione che gli consentì di poter lanciare Facebook nel mondo fu quella di accettare di mettere la sede nel Delaware, paradiso fiscale degli Stati Uniti d’America. Un ringraziamento a Jeff Besos che ha aperto a tutti la possibilità di capire la tassazione sul netto: “effetto Dòmino, lui abbatte i costi… e tu pure!!“ Un ringraziamento anche a Bill “Guglielmo” Gates che ha contribuito a diffondere l’uso dei computer su tutto il pianeta a conferma del vecchio detto: “non tutti i mali vengono per nuocere“. Vero Bill? E’ solo dal male che le persone ricevono che quelle persone riusciranno a capire bene, molto bene, perché è molto importante battersi per il bene! Così, dopo aver provato la tassazione sul lordo, adesso forse capiranno la tassazione sul netto?… Bill, anzi Guglielmo, tu che dici?
Note all’articolo: I paradisi fiscali non sono da confondere con i Paesi “black list”. I Paesi “black list” rappresenta un elenco di nazioni in cui è in vigore un regime fiscale privilegiato per il trasferimento di residenza delle persone fisiche, ovvero un regime fiscale la cui caratteristica principale sta nell’avere un livello di tassazione molto basso oppure nullo. Il G7 ha raggiunto un accordo nel giugno 2021 per iniziare a tassare (iniziare!) le multinazionali in base alle entrate generate in ciascun paese (invece di dove ha sede la società), oltre a stabilire una tassa minima globale del 15% (ah se potessimo averla noi!!): 15% e pure calcolata sul netto (ricavi meno spese). Hanno accettato l’accordo in totale un gruppo di 130 paesi, tra cui India, Cina, Regno Unito e Isole Cayman. In conclusione: il Paradiso fiscale per le multinazionali è comunque già assicurato nel Mondo! Manca per le persone. L’Italia potrebbe esserlo. [https://fiscomania.com/paradisi-fiscali/#:~:text=La%20valutazione%20del%202021%20del,primi%20tre%20paradisi%20fiscali%20aziendali.]