“Canto degli Innamorati”… C’è una storia bella a Prato. Bella da secoli. Che nessuno racconta.
Bella questa storia? Come quella di Romeo e Giulietta. Forse anche di piu’.
Ricordi la storia dei due famosi amanti di Verona: meravigliosa vero? E’ una storia scritta, bella, inventata, raccontata in modo magnifico, da Shakespeare. Eppure finta.
La storia che invece ti stiamo per raccontare, affascinante e boccaccesca, è vera! Ed è rimasta impressa, lo è ancora, addirittura la puoi vedere, sulle pareti del Duomo di Prato: dietro l’altare, sotto gli occhi di tutti. Storia che neppure Dan Brown avrebbe potuto immaginare e descrivere meglio per uno dei suoi racconti pieni di intrighi [https://danbrown.com/].
E’ la storia di una suora, monaca di clausura, e di un frate, che si incontrano per fare un dipinto. Lui è il pittore. Lei doveva essere la modella, soltanto la modella. Insieme avrebbero dovuto rappresentare la danza della bellezza: “Salomè che danza al Banchetto di Erode“. Un’opera da far vedere, da rivedere. Immagine simbolo di un capolavoro che oggi rimane appeso a quel grande albero del Rinascimento, grande albero dell’Arte e della Storia che ancora oggi dà luce a tutta l’Italia. Che se ha in Firenze le immagini sue piu’ rigogliose, a Prato ha, ancora oggi, una grande importante radice che gli irrora linfa.
Immagina l’epoca: sono gli anni che vanno dal 1452 al 1465. Per capire il clima dell’epoca: quando frate Filippo è a Prato, e conosce e inizia a dipinger il volto di suor Lucrezia, in un Comune lì vicino, a Vinci, sta nascendo quel Leonardo che di lì a poco avrebbe rivoluzionato le arti del Mondo, e non solo le arti. E quando l’opera sua è finita – con il volto di Lucrezia affrescato e ormai impresso per sempre sulle pareti del Duomo di Prato – le storie peccaminose dei due amanti che oggi ti raccontiamo a quel tempo stavano già varcando i confini della Corte di Firenze per giungere a dare scandalo a Roma, alla Corte dei Papi.
In Italia è il 1465 e si sta stampando il primo libro: Gutenberg con le presse a Norimberga aveva appena dato inizio al cambiamento del modo di capire il Mondo stampando l’avvenire sulla carta; con poesie, tesi, satire ed eresie. Questo era il tempo, questo era il clima. E questa è la storia dei due amanti sacrileghi, il frate e la suora, al secolo Filippo Lippi e Lucrezia Buti.
I fatti? Sono come adesso te li raccontiamo. E non tutti andarono esattamente come tutti si sarebbero aspettati. Il frate e la suora si conobbero e si innamorarono. Dal loro amore nacquero due figli. Frutti di un amore carnale tra una monaca e un frate: non potevano essere nascosti. La storia fece scandalo. La Chiesa
E se Romeo e Giulietta sono le icone dell’amore universale raccontato da Shakespeare – amore che si incarna in due giovani cui non era consentito innamorarsi l’uno dell’altra perché eredi di due famiglie in lotta nella stessa città – cosa si dovrebbe dire oggi di quei due innamorati, frate Filippo e suor Lucrezia, e per di piu’ essa pure suora di clausura, che si andavano ad incontrare nel Convento di S. Margherita al canto della piazza del Mercatale, nel mentre si diceva servissero quegli incontri per affrescare le mura del Duomo. Non era proibito forse quel loro amore?
Forse oggi non si racconta perché quel loro amore fu di grande scandalo nell’Italia del ‘400 .
Come pote’ quel loro amore segnare il Rinascimento? Adesso ve lo diremo. Vi diremo come finirono per essere amanti e come diedero alla luce quel bel bambino che ando’ poi per anni girando le terre che oggi chiamiamo l’Italia, affrescando ville e chiese e palazzi e icone agli angoli delle strade, firmandole tutte sotto il nome di Filippino Lippi.
La cittadina di Prato a quel tempo non poteva contare ancora molti abitanti, seppur fosse importante già per la preziosa Arte dei Lanaioli.
Vuoi conoscer la intera storia vera di Lucrezia Buti e dell’incontro con fratel Filippo Lippi? clicka il link https://www.museidiocesanidiprato.it/it/lucreziabuti/ e vai ai Musei Diocesani di Prato:
PS: “Quando siete felici fateci caso”? Perchè abbiamo associato questa frase alla storia di Lucrezia e Filippo? Se fossi stata tu una suora nel ‘400, e per di piu’ di clausura, cosa avresti dovuto pensare di quel frate che ti intrigava mentre ti dipingeva? “Quando siete felici, fateci caso”: te lo proponiamo. E’ il titolo di un libro del 2013 di Kurt Vonnegut, romanziere e forse filosofo, un po’ come Filippo Lippi, ma che non volle varcare il confine di incontri amorosi, anche anche lui amava intrattenersi con i suoi giovani lettori per la consegna dei diplomi. Kurt Vonnegut, romanziere, non diceva mai di no: era amato dai giovani lettori tanto quanto amava trovarsi in mezzo a loro. Questi incontri per alcuni erano l’occasione di sentire e vedere il loro idolo in carne e ossa, per altri bastava ascoltarlo per innamorarsene lì per lì. Quando siete felici fateci caso raccoglie un’ampia selezione di testi scritti per queste occasioni. Vi troverai massime di saggezza impartite da un vecchio guru a un pubblico in cerca di mistiche emozioni? No: Vonnegut ha solo pescato tra gli aneddoti, raccontato qualche storiella, e soprattutto ha fatto ridere. Un po’ come dovremmo fare anche noi quando andiamo viaggiando nella nostra vita, non ti pare?
E loro? Lucrezia Buti (Firenze, 1435 – 1488) e Filippo Lippi avranno riso, o no, del loro amore che faceva scandalo? Eppur nessuno pote’ togliere a loro le vesti di suora e di frate. Provarono sì a chieder loro: “per grazia fatevi dispensar dai voti!” Come riporta il Vasari: i due non si sposarono mai, perché Filippo preferiva fare “di sé e dell’appetito suo” come gli pareva.
La storia di Lucrezia Buti e Filippo Lippi in film? https://www.tvprato.it/video/salome-genio-e-passione-per-l8-marzo-presentato-il-film-sulla-storia-damore-e-di-liberta-di-filippo-lippi-e-lucrezia-buti/