La Fidelity Card? …TI SVELA LE BUFALE DELLA FATTURA ELETTRONICA! :- )) […per non dire delle fake sugli incassi del fisco]

Liberamente tratto da un articolo/analisi di Giuseppe Liturri, commercialista in Bari. 
Noi che abbiamo la Fidelity Card “effetto Scaricare Tutto Tutti” – la Card che registra le nostre spese in 50 paesi del Mondo (e ti fa tornare soldi sul conto) – noi siamo speciali?… 

Certo! Registrare le spese è il nostro brandNaturale che sentendo parlare di fatturazione elettronica noi ne avessimo immaginato meraviglie!

Fattura elettronica? Finalmente, anche noi come Luigi, il barbone che incontri sempre in centro, noi come lui, come tutti i cittadini, potremo mettere tutte le nostre spese in dichiarazione dei redditi. E potremo riavere dei soldi indietro!

Sììììì… come la Fidelity Card!

Questo era quello che noi si credeva: finalmente Scaricare Tutto Tutti sarebbe stato realizzato! 

E invece? Guarda tu cosa non ci hanno fatto con la fattura elettronica…

Chi riguarda la e-fattura? Solo 1,8 milioni di soggetti giuridici con partita Iva.
Gli esclusi? Oltre 60milioni di persone. Praticamente tutti! Gli italiani? Tutti esclusi. La e-fattura non registra nessuna spesa per nessuna persona!
Cioè tutte quelle milioni di persone – le milioni di persone che vivono nelle aziende come tutte le altre persone – non possono e non potranno registrare mai (scrivere!) le spese che servono per vivere.

Ma allora: che storia è questa? 

Fatturazione elettronica? Ah, beh, è un bel successo! Se gli esclusi sono sessanta milioni di persone…

60 milioni di persone? Che consumano, pagano, vivono, e fanno girare l’economia…

60milioni di persone che, loro sì!, fanno girare l’Economia. Loro fanno girare l’Economia, e chi lavora nella pubblicità lo sa bene. Provate a chiedere a quelli che lavorano nella pubblicità: chi è che consuma e paga e fa girare l’economia?  Loro lo sanno. Chi non lo sa? Sono ancora gli Economisti. Sono loro che ancora non danno importanza alle spese, tutte le spese, in dichiarazione dei Redditi.

Sessanta milioni di persone (loro sì che spendono!) che per questo già oggi possono avere e usare la Fidelity Card effetto Scaricare Tutto Tutti.
E’ per questo che le persone che spendono già usano la Card e vanno aumentano al ritmo del 70% annuo.

Mentre con la e-Fattura ci sono invece 60milioni di persone che pagano le tasse, spendono e nella loro Dichiarazione dei Redditi non possono registrare ancora nulla delle loro spese. 

Fai il paragone e dici: “E’ una follia”!   Non ti pare? .- )

A che serve allora il progresso della fatturazione elettronica?  Meglio la Card, la Fidelity Card, effetto Scaricare Tutto Tutti! …registra le spese e ti fa tornare soldi sul conto.

Dobbiamo pensare che per i geni delle Agenzie governative le vita di quelle 60 milioni di persone vale nulla?

Fatturazione elettronica: una bella, nuova, plateale, magnifica, sofisticata, tecnologica e spaziale presa in giro?

Eppure poteva essere una buona idea…

E allora osservi la Fatturazione elettronica, la guardi meglio e dici: a chi ha migliorato la vita? Ha migliorato la vita di qualcuno? No.

E allora perchè “loro” ne cantano ancora le meraviglie? Perché “loro” ne tessono le lodi?  Dovevamo studiarla, non ti pare?

Lo abbiamo fatto. Grazie a Liturri, il commercialista, siamo andati a vedere i loro numeri. E abbiamo fatto il confronto…
Il confronto tra la “nostra” la Fidelity card e la Fattura elettronica.
Il risultato, se hai voglia di saperlo, lo trovi qui di seguito. E’ stato disarmante. 

Fattura elettronica? Nessun vantaggio per i cittadini.

E pensa tu – se non vuoi andare oltre, se non vuoi perder tempo a leggere – questo bel risultato tu lo hai anche già toccato con mano. Vuoi vedere? Mi basta farti una domanda:

Ti è cambiato qualcosa con la fattura elettronica? No.

Ti è arrivato qualche vantaggio, o ti arriverà? No.

Almeno ti tiene il conto, ti registra, dai, tutte le spese? No, non fa neppure quello. 

Visto? Ne hai la prova. Tu. Tutti ne abbiamo la prova. E’ stata una ennesima, tecnologica, e colossale (pensa quanto ci è costata!), presa per i fondelli.   Però…

Però la tua curiosità si  ferma qui?

Dovevamo andare oltre: giusto? Dovevamo trovare le prove dei numeri. Prove che potessero dimostrare che la e-Fattura è una balla. Prove, però non fatte da noi. Dovevano esser fatte da qualcuno che non avesse pregiudizio. Un addetto del settore! Un commercialista, è meglio…  Non potrai dire che ha pregiudizi. 

Giuseppe Liturri,  commercialista in Bari: eccolo! E’ perfetto: lui neppure ci conosce. E lui si è preso la pena di dimostrarlo. Con la fatica dei numeri. Con i numeri e con semplicità, qualità rara per un commercialista.

Questo che ti riportiamo è il testo del suo articolo, definitivo, che tutti possono trovare anche su Start Magazine al suo link https://www.startmag.it/economia/vi-svelo-le-bufale-sugli-incassi-del-fisco-per-la-fattura-elettronica/

Te lo offriamo qui sotto con il piacere di rendergli merito. Serve qualche minuto per leggerlo? Sì, però vale la pena: potrai apprezzare ancora di piu’, e forse comprendere anche meglio, le differenze ed i pregi della Fidelity Card.

Ecco perché ci è piaciuto e perché te lo offriamo. Leggilo, anche per un’altra ragione…

Quel che Liturri ci fa sapere è una delizia: non si trova spesso nelle dichiarazioni nella stampa specializzata e spesso neanche nei rotocalchi della stampa generalista.  La ragione te lo spiega lui stesso:

Le fake news? Non sappiamo dire se sono una caratteristica della nostra epoca o se ci siano sempre state.

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Difficile è districarsi, e poter approfondire risalendo alle fonti, su tutti i temi che ci vengono sottoposti quotidianamente.

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Tuttavia, quando ascolto notizie relative a temi di cui mi occupo professionalmente, mi risulta più facile e rapido verificare la qualità del lavoro di chi ci informa.

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Quando agli inizi di luglio 2019, mi capitò di leggere titoli roboanti sull’aumento delle entrate tributarie (IVA in particolare) avvenuto grazie all’adozione dal 1 gennaio della fattura elettronica – dicevano loro -, guardai subito la notizia con grande sospetto. E mi ripromisi un approfondimento.

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Il tradizionale periodo di ferie aveva poi fatto cadere nel dimenticatoio quel buon proposito. Lo scorso 20 agosto 2019 ci ha pensato pero’ il Senatore Matteo Renzi a ricordarmelo nuovamente.

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Durante l’infuocato dibattito parlamentare – seguito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio Conte che annunciava le sue dimissioni – il Senatore toscano si appuntava sul petto la medaglia dell’aumento del gettito tributario:

avvenuto grazie all’adozione della fattura elettronica,
frutto dei provvedimenti dei precedenti Governi
sostenuti dal mio partito”
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A quel punto il buon proposito non poteva più rimanere tale. Dovevo approfondire.

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Sono andato così a recuperare il testo dell’audizione del direttore generale delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, avvenuta il 16 luglio 2019 davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato.
E’ uno dei documenti più recenti ed aggiornati sui saldi di finanza pubblica ed entrate tributarie, che ha costituito la base per il varo del disegno di legge di assestamento del bilancio 2019.

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E le sorprese non sono mancate.

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Si parte con la constatazione che la crescita effettiva dei primi mesi del 2019 è stata superiore a quella prevista nel DEF di aprile.

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Allo stesso modo le previsioni di spesa e di entrata si sono dimostrate estremamente prudenziali,
al punto che a legislazione vigente si può prevedere un minor deficit/PIL pari a 0,3%, portando così il dato originario del DEF dal 2,4% al 2,1%.

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Un miglioramento quindi?

Già su questo punto ci sarebbe da riflettere, considerato il silenzio della stampa sempre pronta a gridare allo sfascio dei conti.

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Ma la scena madre deve ancora arrivare.

Sempre secondo il direttore Lapecorella, il miglioramento dei saldi contenuto nella proposta di assestamento è pari a circa € 4,9 miliardi, quasi interamente attribuibile a maggiori entrate!

E quali sarebbero queste maggiori entrate in una Paese già ampiamente devastato nel morale, e con lavoratori e aziende sempre piu’ sfiancate dalle tasse?

Tenetevi forte: per metà si tratta di entrate extra tributarie, cioè da maggiori dividendi ricevuti da società partecipate pubbliche

[società dove la politica ha il potere di intervenire sui bilanci e decidere appunto quale valore di quei dividendi sia da mettere in bilancio, togliendoli magari dagli investimenti – n.d.r]

e soprattutto dalla Banca d’Italia che detiene titoli pubblici italiani acquistati nell’ambito del programma di Quantitative Easing. Titoli su cui la Banca d’Italia incassa interessi che rigira allo Stato come dividendi.

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In questo modo circa 1/5 del debito pubblico genera interessi che poi tornano nelle casse statali.

Per dirla con una immagine? Acqua che esce da una parte e che rientra da un’altra sotto un’altra forma?

Solo l’altra metà, circa € 2,5 miliardi sono entrate tributarie.

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A questo punto ci si aspetterebbe di trovare l’IVA a fare la parte del leone? Niente di tutto ciò.

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Si parte con 475 milioni di maggiori entrate per il lotto.

Aumento presumibilmente correlato, oltre che alle fisiologiche fluttuazioni nel comportamento dei giocatori, anche certamente dagli effetti delle limitazioni alla pubblicità delle scommesse on line, prevista dal decreto Dignità.

In pratica?
Questi maggiori incassi dello Stato, 475 milioni, vengono da persone che si giocano il futuro con le scommesse del lotto.

Scommesse che hanno fatto sì aumentare le risorse dello Stato, ma per il solo fatto probabile che è stata vietata la pubblicità di altre forme di scommessa [Ci avevi pensato? Vietano la pubblicità delle scommesse private così i giocatori vanno a giocare alle lotterie pubbliche? Avevi mai letto qualcosa in proposito su altri giornali?].

Si prosegue con €400 milioni per maggior IRPEF sui redditi da lavoro, in incremento del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro un incremento previsto del 1,3%.

Tale ‘… miglioramento è coerente con un rafforzamento del mercato del lavoro che, in base alle ultime rilevazioni dell’Istat, relative a maggio, registra una crescita dell’occupazione di 92.000 unità rispetto ad un anno prima (pari ad un aumento percentuale di +0,4%)…

In pratica?

Hanno probabilmente inciso su questo miglioramento, avvenuto in un contesto di crescita piuttosto debole, le misure contenute nel decreto Dignità che hanno determinato:

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– una progressiva regolarizzazione di posizioni precarie;

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– una probabile erosione di quelle irregolari;

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– ed i provvedimenti a favore dell’occupazione giovanile, femminile e dei lavoratori ultracinquantenni…’

Anche in questo caso, silenzio tombale sui giornali.

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Ma come? Le entrate IRPEF salgono in un contesto di crescita debole e stanno tutti zitti? Dove sono i titoloni?

Allora vogliamo concludere, ti domandiamo, caro Liturri? A questo punto dei € 2,5 miliardi di entrate tributarie, – tolti gli 875 milioni ora detti -, quanti ne restano da indagare? 1,6 miliardi. E’ sempre una bella cifra.

Potrebbero essere quelli i soldi giunti davvero per la fattura elettronica?

Arriviamo all’IVA, il cui gettito è cresciuto nel periodo da gennaio a maggio del 4,6%, contro una previsione contenuta nel DEF del 2,8% 

[E’ una crescita di quasi il doppio!].

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Tale crescita si deve pensare è prevalentemente attribuibile alla fattura elettronica?

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No, purtroppo no: anche se in un altro intervento la stessa Lapecorella aveva sottolineato l’importanza dell’intero pacchetto di misure per contrastare l’evasione IVA (Split payment, reverse charge, comunicazione dati e liquidazione periodica).

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Sapete infatti quanto vale tale previsione di maggiore entrata nei loro dati?

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€300 milioni.

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Si, avete letto bene: è solo il 6% circa dell’intero aumento delle entrate.

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Ma i titoli dei giornali sono stati solo per questa voce.

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Forse sappiamo anche la ragione: la previsione di gettito derivante da documenti precedenti che trattavano dell’introduzione della fattura elettronica era pari a circa €2 miliardi.

Provvedimenti precedenti (tra cui spicca la comunicazione dati fatture, detto spesometro) che prevedevano già un maggior gettito di circa €2,8 miliardi per il 2019, ben superiore a quello previsto per la Fattura Elettronica.

Ecco: questo era sfuggito a tutti.

In sostanza: per effetto delle maggiori entrate dei primi mesi del 2019, la previsione di entrata dovuta alla fattura elettronica viene incrementata di soli €300 milioni e non di alcuni miliardi, come fantasticato sui giornali in proiezioni smentite dal documento del Ministero che sto commentando.

E a questo punto terminiamo i conti. Perché manca davvero poco e lì la sorpresa c’è davvero: c’è la voce più importante, pari a €1.000 milioni di €uro.

Provenienti dalla fattura elettronica? No, anche questa volta dobbiamo dire no. Provengono dalla chiusura di un accertamento con adesione con un importante gruppo italiano.

Chiudono poi l’elenco altri €300 milioni derivanti dal buon andamento del gettito per la chiusura delle liti fiscali pendenti, arrivando così ai circa €2,5 miliardi di cui si cercava la fonte.

Eccoci qua, questa è la conclusione di Liturri. I numeri lo dicono, e Liturri li ha interrogati tutti per noi:

L’adozione della fattura elettronica ha causato il miglioramento delle entrate tributarie

nella stessa misura in cui, parafrasando la celebre frase del film Johnny Stecchino,

il traffico è un problema per Palermo.”

In altre parole?  

Con la fattura elettronica si è parlato ancora una volta del colore della tappezzeria.

Tappezzeria omologata, come la e-fattura.

Con tanta buona pace per chi alla fatturazione elettronica invece ci credeva.  

Ecco dunque cosa è la e-fattura: strumento utile, buono sì, ma solo per poter continuare a parlar della tappezzeria fiscale e non parlar della casa.

Strumento utile a non parlare di una tassazione che tratta di tutto meno che della possibilità, per le persone, di poter registrare tutte le proprie spese.

Prosegue Liturri:

Con la totale omissione da parte della stampa delle ben altre voci, più importanti, che hanno contribuito alla crescita delle entrate tributarie.

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Chissà perchè questa omissione?

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Era, ad esempio, forse sconveniente far sapere che il decreto Dignità stava portando dei risultati in termini di lotta al precariato ed all’irregolarità?

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Era forse altrettanto sconveniente far sapere che lo Stato stava incassando 1 miliardo di maggiori imposte con un solo accertamento con adesione?

Accertamento con adesione per 1 miliardo di €uro?” 

“Accertamento con adesione”: ecco un’altra di quelle formule da usare per dire e non dire che hanno beccato qualcuno che evadeva un miliardo di €uro. Evadeva da solo? E come? E con chi?

Il dott. Liturri, per garbo, e forse per non farci distrarre con altri argomenti, non ce lo dice. E’ stata sufficiente però fare una piccola ricerca in rete per trovare la notizia: “Maxi evasione: Kering-Gucci chiude il contenzioso col fisco e paga 1,25 miliardi” (vedi qui a piè di pagina, la nota 1).

Altro che maggiori incassi per la fatturazione elettronica!

Questa scoperta avrebbe rovinato la stantìa e vecchia retorica della lotta all’evasione tutta incentrata sull’idraulico che non rilascia la ricevuta?

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Ovvia è dunque la conclusione: la grancassa doveva suonare a favore della fattura elettronica.

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Peccato che il provvedimento ha posto una serie di costosi adempimenti a carico di milioni di italiani.

Adempimenti costosi? Come gli addetti ben sanno. Come gli stessi addetti potranno ben dirti.

E poi, secondo te, a chi sarà stato fatto pagare l’ovvio ricarico del costo delle fatture elettroniche delle aziende?

Ecco, appunto, è ovvio: a noi, a te, a tutti.  Ai consumatori!

Con oltretutto un notevole sacrificio della privacy denunciato anche dal Garante.

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E come si poteva fare diversamente? Troppi erano i politici, sparsi in tutti i partiti, che si erano esposti molto sull’argomento e avevano fretta di recuperare consenso.

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Ecco com’è andata la storia della fattura elettronica:

la gatta frettolosa ha fatto, come spesso accade, i gattini ciechi.”

Tutto chiaro?
L’immagine di apertura probabilmente ti aveva già chiarito tutto.
 

Fattura elettronica? Strumento per addetti, limitato, e di nessuna utilità per i cittadini. Però un pregio ce l’ha avuto: è costata un capitale. Ha fatto girare i soldi.

E’ stata fatta pagare alle imprese. E poi, in ultimo? Pure ai cittadini.

Ed è servita nella sostanza? A fare belle titolate sui giornali.

E questo articolo adesso è servito? A te anche per un’altra cosa…

Il paragone con la Fidelity Card? Impietoso: nessun beneficio per la fatturazione elettronica, senza nessuna riserva. Soprattutto se il confronto lo fa chi ha invece in mano e usa la Fidelity Card effetto Scaricare Tutto Tutti. 

La Fidelity Card… il “nostro” piccolo semplice strumento – diversamente dalla fattura elettronica – che registra già le spese, anche la spesa di un solo caffè, in 50 Paesi del Mondo. [nota 2]

Mettiamola così: con l’uso della Fidelity Card effetto Scaricare Tutto Tutti ci si rende conto – tu puoi renderti conto, da solo -, di quanto l’uso di questa nostra Card sia diverso e sia di miglior valore.

La Card sta lì a dimostrarti come i nostri geni italici – quelli che alloggiano nei piani alti degli uffici statali del nostro Paese – si curano, sì, di dotarci di strumenti tecnologici, ma non hanno davvero alcuna intenzione di migliorare la vita ed i bisogni semplici, di vita, dei cittadini.

A chi serve la fattura elettronica? Certo non a te. Certo non alle persone.

Fumo negli occhi. Fumo per gli occhi tecnologico. E chi ha la Fidelity Card te lo può dimostrare…

La Fidelity Card diversamente, invece, tu la puoi far vivere, la puoi raccontare. E’ una Card che puoi offrire agli amici. Puoi farne esperienza con loro, ogni giorno, ad ogni angolo di strada. In 50 paesi del Mondo.

Cosa fa la Card di così speciale? Intanto è gratuita. E lo sarà per sempre. Registra le spese. E ti farà tornare soldi sul conto. Ti sembra poco? Paragonala alla fattura elettronica. La Card ti fa esattamente quello che la fattura elettronica non fa, non riesce a fare per te.

E’ utile per te.

E’ utile per le persone!

Non hai ancora la Fidelity Card effetto Scaricare Tutto Tutti? Che aspetti? Devi solo chiederla. Scrivi alla mail info@scaricaretuttotutti.it o meglio contattaci: al 388 199 77 57.    Fai il numero mentre guardi il video su come funziona..

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Articolo di Fattura elettronica e Cash Back World per Scaricare Tutto Tutti.  Commenti di: Mario Tognocchi.
Tempo di lettura:  10 minuti  (250parole/minuto)

Chi è: Giuseppe Liturri commercialista. Corso Roma, 55, 70016 Noicattaro – BARI Tel: 080 478 2248
Scrive su Start Magazine.it – Editore: Innovative Publishing srl – IP srl, www.innovativepublishing.it, Via Sardegna, 22 – 00187 Roma. Redazione: Via Sicilia 141, 00187 Roma – info@startmag.it

Fonti: https://www.startmag.it/economia/vi-svelo-le-bufale-sugli-incassi-del-fisco-per-la-fattura-elettronica/

https://pagellapolitica.it/dichiarazioni/8108/quanti-sono-i-contribuenti-in-italia

https://www1.finanze.gov.it/finanze3/analisi_stat/v_4_0_0/contenuti/analisi_dati_2015_irpef.pdf?d=1562938200

https://www.ilsole24ore.com/art/dichiarazioni-redditi-perche-13-milioni-italiani-non-pagano-l-irpef-ABe9oqiB

Nota 1: “Al termine del “processo verbale di constatazione”, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano aveva contestato il mancato pagamento delle tasse in Italia tra il 2011 e il 2017 grazie a «una stabile organizzazione occulta» costituita dalla società svizzera Lgi Luxury Goods International, che ha sede a Cadempino, nel Canton Ticino: in questo modo il gruppo Kering avrebbe evitato di pagare le tasse sulla commercializzazione in Italia di prodotti Gucci, pagando soltanto le imposte svizzere a un tasso inferiore al 9%.

La procura ha contestato a Kering l’articolo 5 del decreto legislativo 74/2000 (omessa dichiarazione dei redditi) sostenendo la tesi dell’esistenza di una stabile organizzazione occulta in Italia. Circostanza sempre smentita dal gruppo del lusso francese.

Secondo la ricostruzione della procura, la Guccio Gucci Spa, che ha sede a Firenze e che detiene il controllo del marchio, avrebbe concesso lo sfruttamento del brand alla Luxury Goods International svizzera (anch’essa del gruppo Kering), che si sarebbe occupata della commercializzazione dei prodotti Gucci nel mondo.

Gli investigatori delle Fiamme gialle avrebbero però accertato che la maggior parte delle funzioni di commercializzazione dei prodotti non avvenivano in Svizzera ma a Milano, dove ha sede l’unità locale della Guccio Gucci. E su quegli introiti, dunque, il gruppo Kering avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia e non in Svizzera.”
https://www.ilsole24ore.com/art/kering-oltre-miliardo-fisco-chiudere-caso-gucci-AB43hkrB

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Ogni persona, ogni cittadino/cittadina ha diritto di poter scrivere tutte le spese nella propria Dichiarazione dei Redditi? E’ scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana: ma chi lo sà?

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[l’Attuazione della Costituzione Italiana è semplice: Art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di razza, sesso, condizioni personali e sociali… E’ compito della  Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale;  Art. 36 – Il lavoratore (ndr: sia autonomo che privato o dipendente) ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa (ndr: quindi tassandolo sul netto, considerando che ogni sua spesa gli è necessaria per vivere, è parte della sua vita);  Art. 53 Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività;  … ]